La Flebite
E’ una infiammazione di una vena superficiale. Quando è associato alla presenza di un coagulo di sangue nel lume della vena, si parla di tromboflebite.
Le principali cause scatenanti sono: trauma locale, stasi del flusso sanguigno in una vena varicosa,punture di insetti.
I fattori di rischio sia della tromboflebite sia della trombosi venosa profonda sono: l’insufficienza venosa cronica superficiale (70%), neoplasie, trombofilia, gravidanza, terapia con estroprogestinici, utilizzo di cateteri intravenosi, malattie sistemiche autoimmuni (Behcet, Lupus, connettiviti), Morbo di Buerger (flebiti migranti) e traumi.
Anche la scleroterapia può provocare flebiti superficiali cosidette flebiti chimiche, reazioni normali che portano la vena a chiudersi o a ridursi, è sufficiente assumere per os mesogkicano o sulodexide per ottenere un rapido miglioramento clinico, talvolta è necessario effettuare uno svuotamento del coagulo formatasi (sclerotomia).
La diagnosi è nella maggioranza dei casi clinica, ma un esame ecocolordoppler è importante: 1) per fare diagnosi differenziale con la cellulite, erisipela, linfangite, nelle quali spesso gli assi venosi sono pervi e comprimibili; 2) escludere una concomitante TVP;3) stabilire l’estensione della trombosi.
Il trattamento prevede il bendaggio elastocompressivo, farmaci antidolorifici, antiiinfiammatori locali, talvolta antibiotici, ed anticoagulanti (eparina).
Quando la testa del trombo è localizzata vicino alla giunzione safeno-femorale e/o safeno-poplitea, per l’alto rischio di TVP e tromboembolia, sembra ragionevole un regime terapeutico anticoagulante di almeno 4-6 settimane.